venerdì 25 gennaio 2013

MAX PECHSTEIN


Dopo aver frequentato la scuola d’arte di Zwickau, dal 1902 al 1906 studiò all’accademia d’arte di Dresda.
Nel 1906 incontrò Erich Heckel, uno dei fondatori del gruppo espressionista Die Brücke (Il Ponte).
Nel 1907 fece un viaggio in Italia, poi visitò Parigi, dove ebbe modo di ammirare da vicino le opere dei Fauves, di Matisse e di Van Gogh.
In questi anni il suo stile cessa di rifarsi all’impressionismo per evolvere verso un espressionismo dal cromatismo acceso ma allo stesso tempo temperato: a differenza di molti altri espressionisti, Pechstein ha uno stile con minore violenza drammatica.

Dopo essersi trasferito a Berlino nel 1908, si fece promotore della Nuova Secessione, per poi avvicinarsi al gruppo del Blaue Reiter.
Nel 1913 tornò in Italia per un lungo soggiorno a Firenze e in Liguria e nel 1914 si recò alle isole Palau, nel Pacifico del sud; questo mondo totalmente nuovo, senza le costrizioni delle convenzioni europee, sarà da lui romanticamente idealizzato come un paradiso terrestre.
In questi anni, ispirato dai suoi viaggi, crea i suoi lavori migliori, pieni di violenta sensualità, di fascino per l’esotico e di ideali di comunione con la natura.
Le sue opere tendono a diventare sempre più primitive, in cui la componente decorativa finisce per prevalere su quella puramente emotiva.

Il colore è ricco e modulato, ma più morbido rispetto ad altri pittori espressionisti, ed incorpora spesse linee nere che bloccano le forme in una strana immobilità, carica di stupore e contemplazione.

Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale si guadagnò un considerevole successo, ottenendo anche numerose commissioni per mosaici e vetrate; nel 1922 fu nominato membro dell’Accademia di Berlino.
In questi anni la sua pittura si fa più naturalistica, senza però raggiungere i picchi artistici e gli slanci emotivi del passato.
Nel 1933, con l’avvento dei nazisti, Pechstein fu destituito dall’Accademia e le sue opere furono rimosse dai musei tedeschi; molte di esse furono mostrate nella mostra d’arte degenerata del 1937.
Dopo la seconda guerra mondiale fu reintegrato all’Accademia.

Morì a Berlino il 26 giugno 1955.



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