venerdì 25 novembre 2011




Provo a tradurre emozioni...

Tell me a story.
A beautiful story in which you love me more than anything else. A story in which I can go free for the world and dance like Snoopy.
And the soundtrack would be the warm voice of Eddie, or a Red Hot's song that reminds me of the our first meeting that day full of light in which we began to exist together.
No wait ... There is nothing like that, just a Botero'spainting in the doctor's office, with its shelves full of pills ordered and ...
Let's go home. I will show mileage sculptures made from colored post-it: it means huge walls of small notes to remember.
What book are you reading now? (Evening winter that cuts like a knife). Near the pillow I have a stack of novels and comic books bought in installments from S.
Each word enriches my tomorrow.
Tell me a story ...

giovedì 24 novembre 2011

Kieslowski 1994 - Tre Colori - Film Bianco.mov



il film di ieri... nn ho ancora finito d guardarlo....

martedì 22 novembre 2011

giornata della coscienza nera




La Terza Giornata della Coscienza Nera è piena di calore e di colori, nonostante che all’inizio la sala mi paia gelata, con i bocchettoni del riscaldamento che sembrano sputare aria fredda. Con la mia giacca e il cappotto di Marta sulle spalle, mi sistemo: astuccio, macchina fotografica, fogli per gli appunti …

Apre la discussione Amina di Munno, una persona squisita che è stata la mia prof di letteratura lusofona all’università. Parla della storia e del mito di Zumbi, lo schiavo che fondò e diresse una delle comunità autonome che più resistettero contro l’oppressione del padrone bianco: un simbolo per tutti gli afro-discendenti (non solo brasiliani), una figura dell’immaginario che torna come una costante nella letteratura, nell’arte, nella musica e nella tradizione popolare.
Il discorso della professoressa Luisa Faldini, altra mia conoscenza, è perfettamente concatenato: il candomblé, in quanto culto “pagano e primitivo”, fu perseguitato sia a livello istituzionale che ecclesiastico dato che si pensava che fosse legato al Diavolo, ma riuscì a superare le censure insinuandosi nei vuoti politici e nelle carenze del sistema sanitario brasiliano degli anni Venti e Trenta, affermando un modello inedito di partecipazione attiva. Un processo che ha consentito gli sviluppi più recenti e l’affermazione della componente nera della società brasiliana, come riporta dettagliatamente Manuela Magalhães dell’Assocaiazione Luanda; un modello ripreso e riconosciuto da Enelia Salinas, donna afro-colombiana e sindaco del paesino di Caldono, in una delle zone più travagliate dell’America Latina (nel vivido ritratto – purtroppo un po’ troppo sintetico - delineato da Mayela Barragán).

Ovunque l’arrivo degli schiavi ha arricchito la cultura locale in tutte le sue forme, creando nuovi orizzonti di dialogo. È questo il messaggio che passa come un filo conduttore attraverso tutti gli interventi. Ogni relatore racconta un viaggio – personale o collettivo, particolare o globale – e un intreccio dalle radici profonde che ha generato espressioni e stili originali: le peculiarità delle comunità afro-ecuadoriane visitate da Antonio García della USEI (Unione di Solidarietà Ecuadoriani in Italia) o i ritmi tribali e andini del gruppo Perú Negro (peccato non aver potuto vedere il video preparato da Carola Osores, bloccato da una sequela sfortunata di problemi tecnici!).
Qui sta il senso dei contributi di Carla Guerra – che descrive con passione la sua Angola – o di Sandra Andrade – che traccia una breve storia di Capo Verde come realtà insulare.
Sulla stessa scia prendono la parola Elva Collao, una pedagogista peruviana, e l’etiope Berche Kidane dell’Associazione Mabota per l’integrazione dei neri in Italia. L’incontro è la sottotraccia delle esperienze sul campo delle organizzazioni che si occupano d’integrazione e di sensibilizzazione allo scambio culturale. Masengo Ma Mbongolo, che rappresenta Malaki Ma Kongo, riferisce divertito di una curiosa gara di fusion tra baccalà alla vicentina e baccalà alla congolese e di mille altri progetti in giro per il mondo per testimoniare l’avventura di un percorso “dal Kongo (con la K) al Congo (con la C)”. E poi ci sono Paola Peroleiro, direttrice e ideatrice dello spazio Suq di Genova, Serena Ospazi del Ufficio Nazionale anti razzismo e Stefano Caterino dell’Associazione Shangó ,che porta avanti il lavoro di life coach applicato a piani di cooperazione e sviluppo (il ch suona un po’ strano in questo contesto decisamente “made in U.S.A”). Ciascuno ha un’esperienza da condividere e le osservazioni puntuali della moderatrice, Laura Pesce, aiutano a mantenere saldo il timone in un mare d’informazioni interessanti. Scrivo velocemente per quattro ore di fila, quasi senza fermarmi (solo un po’ d’acqua mentre, in una pausa riempita da una performance musicale per voci emozionanti e percussioni africane, passavano vassoi di focaccia e caffè)!
È soprattutto sul tema dell’identità ridefinita in senso ampio, sociale e storico, e non più solo territoriale o nazionale contemporaneo, che si leva la voce potente e critica di Udo Clement Enwerezor membro nigeriano del COSPE, arrivato da Pisa.
La mattinata si chiude con le fantasie vivaci e i prodotti tipici mostrati nella piccola sfilata finale. I costumi indossati con eleganza allegra dalle ragazze sono stati ideati da Carla e sono una gioiosa mescolanza di estetiche africane e americane. Maria Benicia, la presidente dell’Associazione Luanda, è raggiante, fasciata in un motivo di triangoli verde-oro: l’evento è stato un successo. Prima di andare via osservo per un attimo le persone che si assiepano nella stanza: vedo italiani – studiosi o semplici curiosi – e neri di diverse provenienze che, con la loro sola presenza, testimoniano la dimensione multiforme della diaspora; e infine, per colmo di casualità, scopro che la signora accanto a me – abito a stelle argentate e accessori di Hello Kitty – è una giapponese che da anni vive in Liguria!

lunedì 21 novembre 2011

RELAZIONI PERICOLOSE




L’11 novembre il nuovo premier giapponese Yoshihiko Noda ha annunciato la volontà del Paese di entrare nella piattaforma commerciale della Trans-Pacific Partnership insieme a altri otto paesi dell’area che, uniti, sperano di poter contrastare l’egemonia economica cinese sempre più schiacciante. A capo del progetto ci sono naturalmente gli Stati Uniti, che premono per abbattere o almeno indebolire le solide barriere protezionistiche nipponiche nel settore agricolo, manifatturiero e dei servizi.
L’allargamento del gruppo già rappresentato dalla Associazione dei Paesi del Sud-Est Asiatico (Asean) e l’avvicinamento del Sol Levante agli U.S.A. è un bene o rappresenta l’ennesima mossa di un accerchiamento neo-coloniale iniziato 150 anni fa dal Commodoro Perry? La chiusura delle istallazioni dei marines a Okinawa viene costantemente rimandata è una delle cause dell’instabilità politica dell’Arcipelago; Obama ha aperto una nuova base a Darwin, in Australia rafforzando il controllo strategico su tutta la regione. Le strategie dietro alla diplomazia sono quindi abbastanza trasparenti da dover suscitare la risposta e forse l’allarme dell’opinione pubblica, quasi a ricordare il clima di conservatorismo filo-americano degli anni Sessanta, quando migliaia di ragazzi scesero in piazza per protestare contro il rinnovo del Trattato di Mutua Cooperazione tra Giappone-Stati Uniti, firmato dopo la guerra. In un clima d’incertezza sociale e con i fantasmi dei traumi passati che tornano a galla sulla scia del dramma di Fukushima, Tokyo ha davvero bisogno di stringere alleanze diseguali con un vicino tanto potente quanto invadente?

domenica 20 novembre 2011



Voz do sangue

Palpitam-me
os sons do batuque
e os ritmos melancólicos do blue

Ó negro esfarrapado do Harlem
ó dançarino de Chicago
ó negro servidor do South

Ó negro de África

negros de todo o mundo

eu junto ao vosso canto
a minha pobre voz
os meus humildes ritmos.

Eu vos acompanho
pelas emaranhadas áfricas
do nosso Rumo

Eu vos sinto
negros de todo o mundo
eu vivo a vossa Dor
meus irmãos.

Agostinho Neto

venerdì 18 novembre 2011





Mientras Macondo celebraba la reconquista de los recuerdos, José Arcadio Buendía y
Melquíades le sacudieron el polvo a su vieja amistad. El gitano iba dispuesto a quedarse en el pueblo. Había estado en la muerte, en efecto, pero había regresado porque no pudo soportar la soledad. Repudiada par su tribu, desprovisto de toda facultad sobrenatural como castigo por su
fidelidad a la vida, decidió refugiarse en aquel rincón del mundo todavía no descubierto por la muerte, dedicada a la explotación de un laboratorio de daguerrotipia.

lunedì 14 novembre 2011

FANTASIA DI UNA TARTARUGA




[Pedro Camacho] ci fece una confidenza: se fosse stato possibile scegliere, a lui nella sua prossima fase vitale sarebbe piaciuto essere un animale marino, longevo e calmo, come le tartarughe o le balene.


(La zia Julia e lo scribacchino)

venerdì 11 novembre 2011

ALLUVIONE MONDIALE

La Thailandia conta le sue vittime dopo la catastrofe "naturale" durata mesi. 527 morti e più di 11 miliardi di euro di danni hanno sconvolto il Paese, ridisegnato la sua mappa idrogeologica e arrestato la crescita del PIL. Economia versus ecologia. La sete di guadagni immediati (pochi maledetti e subito) fa perdere di vista il problema ambientale. Alla luce degli sconvolgimenticlimatici degli ultimi anni, i potenti continuano a inseguire il miraggio dello sviluppo come parabola infinita verso l'alto. Non credo nell'utopia di Latouche sulla decrescita felice,nè nrlle apocalissi salvifiche raccontate da Miyazaki: il treno corre e sarà difficile, forse impossibile, fermarlo (le risorse idriche sono nelle mani delle grandi potenze emergenti e le energie pulite sembrano ancora una chimera percentualmente poco rilevante).
La domanda che mi sorge spontanea in questo panorama desolante è collegata agli eventi "eccezionali" di Genova. Le precipitazioni "tropicali" e poi le piene (e la devastazione) si possono davvero considerare un fatto isolato?
L'amministrazione comunale e tutta la classe dirigenziale (politica e non) può davvero usare impunemente la scusa "dell'evento imprevedibile", quando la cemintificazione e l'aviditàdilagano?
In Asia tutta le regioni basse e alluvinali sono a rischio: il Vietnam e l'Indonesia tremano monitorando le precipitazioni della stagione delle pioggie, la Cina monopolizza il corso dei fiumi in tutte le regioni confinanti... E NOI?


Bambina. Un sogno d’acqua sulle spalle di mio padre. Mi teneva in alto, stringendomi le caviglie. Camminavamo lungo una strada infinita, sopra il molo, verso l’orizzonte azzurro-dorato. E la salsedine bagnava la mia la felicità della mia risata, i miei capelli mossi dal vento d’estate.

martedì 8 novembre 2011

C'E' CHI HA PERSO TUTTO


Nuova bomba d'aqua. O è solo la paranoia a far tremare i cittadini? Tuti guardiamo dalla finestra, scrutiamo il cielo nero che si scioglie e scoew via nel fango, Tutti ci attacchiamo alle radio e ai telefoni per capire, per sapere... come se i centralini avessero una linea diretta con Tlaloc, signore della pioggia, o con il grande Susanoo, Principe capriccioso delle tempeste.
scendo iper la strada inondata di freddo. da girni nn uscivo di casa. i marciapiedi, i negozi sventrati hanno un'aria spettrale. Là c'era il panificio dove compravamo il pane due volte la settimana, qui la signora delle bomboniere, con i suoi modi da mamma affettuosa, più oltreil fioraio e l'officina... nella luce livida del primo mattino restano solo detriti e qualcuno che si dirige a passi incerti verso le fermate quasi deserte. Nonostante le ordinanze (tardive) e i comunicati dei vigili che invitano alla prudenza, la vita non si ferma: bisogna andare a lavorare e gli esami, all'università, si svolgono regolarmente. Poco importa se la candidata deve affrontare il nubifragio: se non si presenta, sarà condannata al limbo per un anno. Meglio allora attraversare il corso reso invisibile dal temporale fino al porto tranquillo del centro, quasi ascuitto e indifferente; e poi naufragare in aula, con gli stivali pieni di detriti.
SI RICORDA CHE E' VIETATO COMUNICARE...
IL TEMA DI STORIA CONTEMPORANEA E'....

torno che un pallido sole bianco riscalda appena l'asfato lucido e, nel quartiere, incontro ancora i disperati segni della devastazione: l'edicola sfondata e ribaltata sul marciapiede, i muri sfondati dalla furia della Natura che si è ripresa fragorosamente gli spazi ch le erano stati sotratti.
Ma nel nulla incontro un gruppo di ragazzi, con le pale in spalla. Sono seri ma sorridono.
E ho una certezza: NELLA TRAGEDIA CIASCUN UOMO NON è UN'ISOLA...

mercoledì 2 novembre 2011

The Scent of Green Papaya 1993 Trailer





il film di ieri. Delicato, umano, dolente, naturake...