venerdì 13 gennaio 2012

1Q84



QUESTA RECENSIONE ANCHE SU IBS

Murakami ha la rara capacità di dischiudere universi. E lo fa con la grazia del racconto onirico e con l’armonia giapponese delle metafore cesellate, una tecnica piacevolissima e minuziosa che potrebbe essere definita “il realismo magico nipponico”: la descrizione accurata e verosimile di fatti incredibili, che così s’inseriscono nella consuetudine senza soluzione di continuità. 1Q84 è un mondo nuovo definito dalla “Q” che sta per question mark e nato dall’alterazione quasi impercettibile del normale 1984 (la sottile differenza sta nella quasi omofonia di quella lettera e il numero nove, in giapponese kyuu). È uno strappo deformate nello spazio e nel tempo, dove il concetto di materia si annulla e si crea un vuoto. Un vuoto che ogni personaggio cerca di riempire in qualche modo, seguendo una strada non convenzionale, creando un mosaico musicale e letterario ricchissimo.
Tengo, brillante professore di matematica e scrittore – anche se lui non si sente né l’uno né l’altro – colma il bianco con le parole, dando voce compiuta alla storia di Fukaeri, una diciassettenne misteriosamente legata a una setta religiosa.
Sotto il cielo con due lune c’è anche Aomame, una fisioterapista che insegna arti marziali in un circolo sportivo e lavora per conto di una vecchia signora elegante. Precisa e pulita, come una sorta di Dexter Morgan con seducente aura noir, manda “dall’altra parte” uomini violenti che la legge non ha saputo condannare e vive sospesa in una dimensione assolutamente privata costruita a partire dall’idea di un amore nato ai tempi delle elementari e preservato per vent’anni.
L’immagine in copertina (del fotografo tedesco Christoph Wilhelm) è meravigliosa: la sintesi perfetta di questi viaggi attraverso uno specchio.

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