È
bello lanciarsi nelle cose quando sono ancora agli inizi. E io sono arrivato un
po' troppo tardi, questo è chiaro... Ma da un po' di tempo ho la sensazione di
arrivare quando tutto sta finendo... e il meglio è già passato dice Tony
Soprano contando le pastiglie di Prozac nel flaconcino arancione. Per me è
così: la mia vita è la ballata degli eterni ritardi.
3 APRILE Guardo la data sul
calendario e faccio un cerchietto nero due caselle più in là. Non vorrei
sbagliare giorno: devo prepararmi, compattare l’aura nera che mi circonda,
comprare fiori e sigarette, accendere incenso giapponese e candele al lampone.
Vorrei fare una cheesecake al
cioccolato e fragole perché a Cassy hanno regalato delle uova di Pasqua, da
sciogliere per trovare la sorpresa (così io ho due ciondoli a forma di cuore e
li uso come amuleto magico contro la tristezza).
Navigo su internet cercando una
ricetta dolce-dolce, ma gli ostacoli di design sono difficili da superare se hai
pochi mezzi e sei costretta a indossare protezioni chirurgiche
anti-schizzo. “Accidenti, non ho uno
stampo apribile!”. L’esemplificazione nel video fa venire in mente una vergine
di Norimberga venduta a un postribolo. “… Devo chiederlo a Hortensia. O
inventarmi qualcos’altro!”
Trovo della vecchia gelatina nello
sportello “Chissà se può sostituire la colla di pesce” – misteriosa sostanza
agglutinante per creste punk chilometriche, ossa triturate strappate al
banchetto della decomposizione.
La vicina ascolta paziente i miei
slanci culinari «Scusa, ma non puoi comprare del budino alla vaniglia?» «Ci ho
pensato, ma ho letto che l’aroma di vaniglia è ottenuto modificando
chimicamente lo sterco di mucca. Oppure, nel migliore dei casi, si utilizza la
segatura dei mobili: mi fa un po’ impressione!»
«Beh, comunque io non ho la tortiera
apposta. E poi dovrebbe essere alta»
[Quand’ero bambina, d’estate
mangiavamo spesso un dolce allo yogurt da mettere in frigo. La domenica mattina
andavamo al supermercato e poi montavamo quella strana panna bianca da mescolare
con un gusto a piacere, ed era una festa di gocce dense e briciole di biscotto
burrose, mentre ascoltavamo la musica che usciva a caso dalla radio].
Torno scoraggiata nella mia stanza e
apro la finestra virtuale su un nuovo anime cyberpunk. Lascerò scorrere la ending fino alla
fine - La voce androgina di Gackt mi
arriva dalla post-Apocalisse; cado in un micro-mondo azzurro-seppia mentre il
resto della casa è immerso in un buio disabitato … non ho nessun cavaliere che
mi salvi con una rosa tra i denti.
Cassy non smetterà di lavorare prima delle
nove. E poi ci saranno ancora dei documenti da compilare prima di poter
scambiare due parole … Così è la vita burocratica – Sospiro e mi svuoto.
21.22. la chiave gira nella
serratura. Racconto le mie disavventure gastronomiche come un’emula disastrata
di Gordon Ramsfield «Ma lo abbiamo, quel tèsto. Io un tempo le facevo, le torte
sai?»
“Ma quando? Nel 1972 forse.”
Provo a immaginare Cassy e Altair
felici in una cucina fatta di cartoni e cassette per la frutta rovesciate –
garofani rossi in un vaso e uccellini sul davanzale della finestra. Il loro
amico Pyros, in qualità di Grande Gigante Gentile, coltiva basilico sulla
spiaggia combattendo le onde a colpi di pietra … mentre io all’epoca fluttuavo
ancora nel limbo delle ipotesi future. Dopo sarebbe arrivata un’Alissa
gulliveriana a giocare invidiosa con il figlio del colosso, un Principino che
dormiva in un letto istoriato come la polena di un galeone pirata, circondato da
modellini tanto grandi da sembrare rubati direttamente a Legoland, perfetti,
ordinati e spolverati sulle mensole danesi della sua stanza.
No, la fantasia mi porta lontano e
mi rende ingiusta. Infondo ho sempre avuto un dessert per il mio compleanno.
Voglio dire, prima.
Prima d’impazzire. Prima di
scomparire.
Ora ho la pelle trasparente di un
neonato che attraversa gli oggetti e spio il corpo curvo di D arrampicato su di
una sedia con gli occhi spenti di un asceta. In basso, sui fornelli, un
coperchio di vetro sibila ed esplode nel verde smeraldino degli spinaci.
Trasformata in statua piangente,
compio un rapido miracolo di ritirata. Nei miei incubi, sarò costretta a mandar
giù aguzza verdura già pesata.
Ho già frammenti di mercurio
smerigliato nel sangue. Istintivamente i denti cercano il frammento di specchio
che, secondo le antiche credenze, doveva farmi diventare una divinità e invece
è rimasto incastrato nel labbro, a lasciar cicatrici nel sistema circolatorio. Scruto
il piatto quando, poco dopo, la campanella del pranzo mi richiama all’ordine
«Fa attenzione! Se inghiottissi una scheggia, ti si potrebbe bucare lo
stomaco!»
Proprio le stesse parole scritte sul
bugiardino delle pillole che devo prendere ogni settimana seguendo il rituale. …
L’acido alendronico, intrappolato in
un’innocua capsula, è talmente potente da perforare l’esofago se ci si sdraia
subito dopo averlo assunto. WARNING! Pericolo di corrosione! ma la caffeina
diminuisce il potere d’assorbimento – Ogni medicina ha il suo antidoto, ogni
supereroe la sua critponite.
Per evitare uno scioglimento interno
in stile mafioso, ogni giovedì mattina per trenta minuti mi dedico a catalogare
il caos cosparso sul pavimento, peso due grammi d’orzo solubile e lascio che i
succhi si assestino nelle viscere dell’organismo.
http://youtu.be/4B5zmDz4vR4http://youtu.be/FjiZmMF5RtU
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