mercoledì 3 luglio 2013

STICKY LIKE GLASS


È bello lanciarsi nelle cose quando sono ancora agli inizi. E io sono arrivato un po' troppo tardi, questo è chiaro... Ma da un po' di tempo ho la sensazione di arrivare quando tutto sta finendo... e il meglio è già passato dice Tony Soprano contando le pastiglie di Prozac nel flaconcino arancione. Per me è così: la mia vita è la ballata degli eterni ritardi.

 

3 APRILE Guardo la data sul calendario e faccio un cerchietto nero due caselle più in là. Non vorrei sbagliare giorno: devo prepararmi, compattare l’aura nera che mi circonda, comprare fiori e sigarette, accendere incenso giapponese e candele al lampone.

Vorrei fare una cheesecake al cioccolato e fragole perché a Cassy hanno regalato delle uova di Pasqua, da sciogliere per trovare la sorpresa (così io ho due ciondoli a forma di cuore e li uso come amuleto magico contro la tristezza).

Navigo su internet cercando una ricetta dolce-dolce, ma gli ostacoli di design sono difficili da superare se hai pochi mezzi e sei costretta a indossare protezioni chirurgiche anti-schizzo.  “Accidenti, non ho uno stampo apribile!”. L’esemplificazione nel video fa venire in mente una vergine di Norimberga venduta a un postribolo. “… Devo chiederlo a Hortensia. O inventarmi qualcos’altro!”

Trovo della vecchia gelatina nello sportello “Chissà se può sostituire la colla di pesce” – misteriosa sostanza agglutinante per creste punk chilometriche, ossa triturate strappate al banchetto della decomposizione.

 

La vicina ascolta paziente i miei slanci culinari «Scusa, ma non puoi comprare del budino alla vaniglia?» «Ci ho pensato, ma ho letto che l’aroma di vaniglia è ottenuto modificando chimicamente lo sterco di mucca. Oppure, nel migliore dei casi, si utilizza la segatura dei mobili: mi fa un po’ impressione!»

«Beh, comunque io non ho la tortiera apposta. E poi dovrebbe essere alta»

[Quand’ero bambina, d’estate mangiavamo spesso un dolce allo yogurt da mettere in frigo. La domenica mattina andavamo al supermercato e poi montavamo quella strana panna bianca da mescolare con un gusto a piacere, ed era una festa di gocce dense e briciole di biscotto burrose, mentre ascoltavamo la musica che usciva a caso dalla radio].

 

Torno scoraggiata nella mia stanza e apro la finestra virtuale su un nuovo anime cyberpunk.  Lascerò scorrere la ending fino alla fine  - La voce androgina di Gackt mi arriva dalla post-Apocalisse; cado in un micro-mondo azzurro-seppia mentre il resto della casa è immerso in un buio disabitato … non ho nessun cavaliere che mi salvi con una rosa tra i denti.

 

 Cassy non smetterà di lavorare prima delle nove. E poi ci saranno ancora dei documenti da compilare prima di poter scambiare due parole … Così è la vita burocratica – Sospiro e mi svuoto.

21.22. la chiave gira nella serratura. Racconto le mie disavventure gastronomiche come un’emula disastrata di Gordon Ramsfield «Ma lo abbiamo, quel tèsto. Io un tempo le facevo, le torte sai?»

“Ma quando? Nel 1972 forse.”

 

Provo a immaginare Cassy e Altair felici in una cucina fatta di cartoni e cassette per la frutta rovesciate – garofani rossi in un vaso e uccellini sul davanzale della finestra. Il loro amico Pyros, in qualità di Grande Gigante Gentile, coltiva basilico sulla spiaggia combattendo le onde a colpi di pietra … mentre io all’epoca fluttuavo ancora nel limbo delle ipotesi future. Dopo sarebbe arrivata un’Alissa gulliveriana a giocare invidiosa con il figlio del colosso, un Principino che dormiva in un letto istoriato come la polena di un galeone pirata, circondato da modellini tanto grandi da sembrare rubati direttamente a Legoland, perfetti, ordinati e spolverati sulle mensole danesi della sua stanza.

 

No, la fantasia mi porta lontano e mi rende ingiusta. Infondo ho sempre avuto un dessert per il mio compleanno. Voglio dire, prima.

Prima d’impazzire. Prima di scomparire.

Ora ho la pelle trasparente di un neonato che attraversa gli oggetti e spio il corpo curvo di D arrampicato su di una sedia con gli occhi spenti di un asceta. In basso, sui fornelli, un coperchio di vetro sibila ed esplode nel verde smeraldino degli spinaci.

Trasformata in statua piangente, compio un rapido miracolo di ritirata. Nei miei incubi, sarò costretta a mandar giù aguzza verdura già pesata.

Ho già frammenti di mercurio smerigliato nel sangue. Istintivamente i denti cercano il frammento di specchio che, secondo le antiche credenze, doveva farmi diventare una divinità e invece è rimasto incastrato nel labbro, a lasciar cicatrici nel sistema circolatorio. Scruto il piatto quando, poco dopo, la campanella del pranzo mi richiama all’ordine «Fa attenzione! Se inghiottissi una scheggia, ti si potrebbe bucare lo stomaco!»

Proprio le stesse parole scritte sul bugiardino delle pillole che devo prendere ogni settimana seguendo il rituale. …

L’acido alendronico, intrappolato in un’innocua capsula, è talmente potente da perforare l’esofago se ci si sdraia subito dopo averlo assunto. WARNING! Pericolo di corrosione! ma la caffeina diminuisce il potere d’assorbimento – Ogni medicina ha il suo antidoto, ogni supereroe la sua critponite.

Per evitare uno scioglimento interno in stile mafioso, ogni giovedì mattina per trenta minuti mi dedico a catalogare il caos cosparso sul pavimento, peso due grammi d’orzo solubile e lascio che i succhi si assestino nelle viscere dell’organismo.
http://youtu.be/4B5zmDz4vR4
http://youtu.be/FjiZmMF5RtU

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