Condannata
ancora e ancora.
Sopporto.
BIGFOOT
Condannata
ancora e ancora.
Sono
gonfia come una mongolfiera.
Sono
un pupazzo di pezza.
Rotto.
Un
batrace col corpo a palla.
Devo
accettare di non piacermi ma … ho fatto tutto questo per arrivare a una nuova
vergogna? Cause discrasiche. In serata avrò il cardiologo a domicilio per
togliersi il dubbio che non sia un problema cardiaco. “Gli diremo di essere il
meno invadente possibile ma devi subire anche l’umiliazione dell’elettrocardiogramma”.
Gocce omeopatiche
per ridurre le circonferenze venose. Gocce omeopatiche per dormire. Gocce artificiali
per non impazzire.
Mi
trasportano in ambulanza. Ultima sacca: rifiuterò qualsiasi altra cosa perché
lo stress è troppo doloroso e, se devo uscire, che sia per qualcosa di
piacevole come un caffè o di necessario come il check per il nuovo tatuaggio. I
ragazzi mi mancano quanto un’abitudine quotidiana che di colpo sparisce; la
bozza è indispensabile per sapere come sarà la mia pelle a settembre. Una tela
da dipingere con gli aghi e l’inchiostro azzurro. E tuttavia … “è impossibile
fermarsi contromano in via XXXX e persino il parcheggio accanto alla centrale
atomica pare troppo lontano per le preoccupazioni materne di Cassie. O per la
cattiveria livida di D. voglio accusarla di essere falsa. Mary Ellis tenta di
uscire e di gridare ma non ho intenzione di permetterglielo. Prenderò per buono
ogni piccolo rimedio contro questa nuova maledizione.
Il
braccio rosso di Allen, le mie gambe enormi
Voglio
andare a casa, sentirmi AMATA, SODDISFATTA, poter parlare senza che mi si
chiudano gli occhi.
Violet
ha accettato di essere così: problemi di tiroide, le hanno detto … e ha un
marito, e un cane. Io resisterò. Stringerò i denti, non guarderò più giù (Donna
senza caviglie).riuscirò ad essere brillante anche oggi, a non lasciarmi
trascinare dall’onda nera? Passerà Annie con il pane appena sfornato e forse –
forse – una sorpresa perché il suo cuore è grande e dolcissimo. Le amiche di
Cassie invece vanno prese con precauzione, elaborando evitamenti per non
scontrarsi col muro della normalità.
Phoenix
non me le manda a dire, lei è troppo diretta e non sa fare la spesa “Una
melanzana vale l’altra” “No, a me piacciono solo quelle lunghe o quelle mini”
Le Bonus-zane come quelle di Doraemon. Il gioco di parole giapponese è
intraducibile ma io m’impegno in ogni cosa che faccio e credo di aver diritto a
un premio: una vacanza che sia vacanza vera, vacanza da me stessa. Su un’isola
campana, in Portogallo o a New York, a questo punto non conta. Anche la Riviera
andrebbe bene, per vedere mio fratello prima della Fiera. Mi accontenterei di oggetti, dato che non ho
avuto nemmeno kil regalo di compleanno o quello di onomastico, dato che è il
primo anno che il 14 agosto non vedrò i fuochi pirotecnicamente deludenti
sparati sul porto. Ogni anno sul terrazzo faceva freddo ma questa è l’estate
più calda del secolo e io sono bloccata.
“Fatele
una fiala di ferro” ordina il primario Stranamore appena tornato da Rodi, bronzeo
come un bronzo di Riace, con i ricci ben scolpiti dalla lacca, il camice
svolazzante e un codazzo di specializzande come nei telefilm. Le cartelle sui
letti. Il peso lievita insieme ai liquidi.
Aggiungo
punti esclamativi e sottraggo numeri dal quaderno.
Certo sì,
imbroglio ma voglio armonia nel piatto e un’imbronciata serenità.
Chiedo
a Tyler se verrà a trovarmi. Ogni giorno un diversivo: un po’ di lettura /
scrivere / guardare / compagnia / scrivere così si arriva al tramonto.
I
negozi saranno chiusi sabato. È ferragosto. “Vai tu a cercare frutta e verdura”
il frigo quasi vuoto” “No. È mercoledì. Ci vado domani pomeriggio” detesto soggiacere
alle logiche da paesino, è come essere rinchiusa in un piccolo mondo antico
fatto di regole e ore d’aria.
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