mercoledì 21 dicembre 2011

PETER PAN nei Giardini di Kensington


Dimenticate per un attimo la melassa disneyana e la tenera Trilly bionda modello Barbie. Il capolavoro di James Matthew Barrie è un viaggio di formazione in cui il dubbio e il tema dell’identità sono i cardini della crescita spirituale e umana. Chi è davvero Peter Pan? Lui è la gioventù, è la gioia, il simbolo dell’innocenza più pura (quella dei bambini), completamente autoreferenziale, spontanea e inconscia. La vera domanda che nasce storia dopo storia è chi siano davvero i nemici: certo, i pirati comandati da Uncino sono temibili e rappresentano il lato repressivo dell’ordine costituito, ma anche Wendy agisce secondo gli schemi sociali della buona borghesia inglese. La piccola imita i modelli conosciuti e si trasforma in una guida per orientarsi nella più grande delle avventure, quella della vita quotidiana scandita dal tempo. Sull’Isola Che Non C’è – un microcosmo che si concretizza con la violenza di un sogno che diventa realtà – non sembra esistere una sequenza spaziale e cronologica coerente: nello stesso ambiente convivono (non pacificamente) indiani e pirati, sirene e fate, i cambiamenti nello scenario e nei personaggi sono solo superficiali e trascurabili (gli spiritelli muoiono, ma ci sono sempre nuove nidiate e il ricordo delle creature scomparse si cancella in fretta)
Persino lo scorrere delle ore è flessibile e funzionale allo sviluppo di azioni rocambolesche, ma l’arrivo di una mamma – e quindi di un sistema affettuoso di regole – genera una routine ciclica che inquadra anche Peter nel ritmo delle giornate e delle stagioni.
Tutti hanno bisogno di una madre ma non tutte sono buone: Peter aveva provato a tornare alla sua vecchia casa ma aveva trovato la finestra chiusa e la sua stanza occupata e si era sentito abbandonato; al contrario i signori Darlings tengono sempre le imposte spalancate in attesa del ritorno dei figli e accolgono con entusiasmo gli orfanelli che decidono di lasciare Neverland, divenendo parte dei meccanismi del mondo.

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