venerdì 24 maggio 2013
LA MACELLERIA DEGLI AMANTI Gaetaño Bolán
Il bambino aveva il cuore puro e guardava la notte. Nessuno avrebbe saputo dire se fosse triste, allegro o semplicemente assopito. Era lì, posato nella massa del suo corpicino, come assorbito dal crepuscolo. Sempre, sondava il grande nero dell’anima, dove passano le comete. Ma lui, delle comete e dell’anima, e della sua nobiltà o volgarità, non sapeva niente. Conosceva solamente l’ombra, la tranquilla oscurità che lo avvolgeva, le feroci tenebre che lo mangiavano.
Nel cielo le nuvole somigliavano a grosse pecore nere. Sembravano bestie impazzite che strappavano l’azzurro ruotando su se stesse.
Ormai avrebbe dovuto essere forte come il macellaio Juan per affrontare il mondo e le sue chimere
…
Scomparsi i compagni del Partito. Scomparsi quelli che preferivano il rosso al nero. Scomparsi i compagni di lutto. Scomparsi i bandoneón che facevano ondeggiare la melodia di un domani. Scomparsi i manifesti. Scomparse le coscienze di uomini e donne che avrebbero preferito tagliarsi la gola piuttosto che cedere all’oppressore. Scomparse le poesie che accarezzavano la morte per scongiurarla meglio. Scomparsi i lenti ritornelli della Cvetaeva. Scomparsi il lirismo e la luna. Scomparsi il twist e il tango. Scomparsi i giorni febbrili, gioiosi e ardenti, i giorni delle insondabili speranze. Scomparsa Dolores
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