lunedì 6 maggio 2013

LA MATEMATICA DEI FLUIDI


Rari momenti di atmosfera festosa mi fanno sentire in colpa.


27 febbraio. Il mese più corto si avvia alla conclusione senza il suo codazzo quadriennale di superstizioni e la città sonnecchia sotto una pioggerella che promette una pazza primavera. Il termometro salta da un estremo all’altro confondendo ogni nozione di “guardaroba” e il riscaldamento nella scuola è troppo alto (Che cosa disdicevole, sudare d’inverno!) Norman ha portato qualcosa per celebrare in classe il compleanno della maestra Chieko e tira fuori una piramide geometrica di bicchieri di plastica e una bottiglietta di Coca Cola Zero. «Ne vuoi un po’?» Ha i capelli di un azzurro marino intonato al colore della maglietta e lo sguardo acceso dietro le lenti degli occhiali. La sua sincera gentilezza mi commuove. È chiaro che ha preso una bibita dietetica pensando a me.



Esito … «Potrei, ma non abbiamo un misurino …» Il difficile è apparire disperatamente anoressica senza sembrare una snob antipatica. Mi hanno appena accettato nella loro comunità e devo ancora affinare l’arte sottile di rimanere ai margini senza precipitare nell’abisso dell’indifferenza. Norman –

la sua limpida scintilla di vita – e Chieko – la pelle luminosa quanto l’ambra che porta al collo – stanno tendendo un filo da funambolo, invitandomi a sfidare il vuoto. Di ogni cosa al mondo, il “cuore” è la più indispensabile dice la Bibbia di Amberground; e una pallottola spirituale visualizza i miei ricordi proiettandoli sulla lavagna avvolgibile appesa alla parete. In Messico, un gioielliere mi aveva mostrato la sua collezione di resine fossili: un affascinante campionario di trasparenze mielate che bloccavano lo scorrere lentissimo delle ere, creature estinte dormivano un sonno da Bella Addormentata nelle loro fragili teche in attesa di un principe archeologo, api intrappolate per l’eternità in una ciambellina Cheerios croccante. Ero stata tentata di comprare una di quelle meraviglie uniche, anche solo per non dimenticare le strade polverose e tranquille di Puebla, i bastioni coloniali di Campeche e il sapore della salsa al cioccolato e peperoncino che avevo assaggiato con la punta della lingua, spezzando l’ennesimo divieto auto-imposto. Ma alla fine non l’ho fatto, non sono riuscita a scegliere una di quelle capsule per escluderla dalla sacralità del suo sonno geologico. Era un’altra epoca ma il sole – il sole che era entrato roteando nel suo quinto ciclo – si alimentava già di una luce malata, minacciando distruzione e assorbendo le preghiere della terra.

A casa, ho sistemato in una ciotola alcuni sassolini rubati ai piedi dei grandi templi aztechi: anche loro sussurravano una storia che era diventata un po’ mia.

Con un arsenale di pietre immaginarie, ho costruito un ponte verso la realtà deformata, che per un attimo è tornata in asse.



« … Però se fossi brava nei calcoli, sapendo che un bicchiere pieno contiene 200 cc, potrei berne due dita ... » Gli occhi di tutti i presenti s’illuminano di meraviglia.

Fisso il ciondolo immobile sul maglioncino beige dell’insegnante.

“Ecco, lo sapevo, ho fatto uno sbaglio” Mi affretto a fornire dettagli non richiesti, veri ma comunque patetici: «Basta che poi mi aggiusti con il conto di stasera, no? Per esempio togliendo un cucchiaino di yogurt …» Che disastro! Stringo i pugni. Alla fine l’ansia mi fa sbottare. «Adesso mi prenderete in giro, vero?» (Terrore irrazionale di essere completamente sputtanata su facebook la sera stessa: maledetti social network!)

La spuma nera è già versata. Frizza e mi lascia la sua dolcezza sintetica sulla lingua. Ormai è fatta! LET’S PARTY!

Intanto gli snack passano di mano. Aspro e piccante; lime e pepe rosa in una nuova combinazione molto fashion che ai miei tempi non era neppure concepibile … Vorrei che gli strappi alle regole fossero davvero consistenti, vorrei partecipare alla gioia collettiva di una scoperta consumistica ma i battiti si fermano sulla soglia della supposizione, il mostro della crisi fa capolino con le sue lame affilate da serial killer.

L’aspirazione alla normalità è sempre stata il mio movente preferito.

http://youtu.be/kHkr4pb8Hcc

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