lunedì 27 maggio 2013
ÓSCAR HAHN
S’infilano allora le ragazze in giardino, / piene di pioggia.
Sono stato tutta la notte in piedi davanti alla tua porta / aspettando che uscissero i tuoi sogni.
E mi volano via le linee dalla mano / Le mani dal mio corpo.
E sono l’annuncio pubblicitario di me stesso / che annuncia un bel niente.
La pioggia entra dai buchi della mia memoria.
Tutte le ossa dicono patiscono accusano
Innalzano torri contro l’oblio […] L’osso è un eroe della resistenza.
Come ho fatto / io perso, senza bussola naufragato / ad arrivare in porto con le vele rotte?
E una voce dirà: Non lo sai? / Lo stesso vento che ruppe le tue navi /fa sollevare in volo i gabbiani.
Come i personaggi di Pessoa / siamo anime senza corpo.
E non so nemmeno se ci sarà un monumento / alla memoria di quel nostro amore://nient’altro che un terreno vuoto / e una nuvola di polvere.
Forse l’amore non è nient’altro che questo // una donna o un uomo che scendono da un vagone / in una qualsiasi stazione del metrò // che risplende per qualche secondo/ e si perde nella notte senza nome.
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