lunedì 1 ottobre 2012

OPEN LOCKS

Ogni riferimento a persone e fatti reali NON è puramente casuale. Spero che nessuno si senta infastidito dalla sincerità.




REPRISE: Ortensia è la persona più simile a quest’idea di maternità casalinga. Ortensia, con un nome che ricorda le schiere di zie incrociate dei romanzi latinoamericani, ha sacrificato quasi tutto alla ricerca di un caldo nucleo famigliare, esprimendosi solo con la morbidezza dei suoi abbracci e le sfumature delle sue matite che sanno disegnare donne forti come un sogno, trasparenti e floride come decorazioni di Mucha.

Ho l’impressione che Cassidaria sia un po’ gelosa: non di lei ma dell’immagine che io ho costruito intorno a lei. Credo, cioè, che la ferisca non essere parte di quel quadro rassicurante che profuma di sapone alla mandorla, di cucina e di torta paradiso.



«Anch’io avevo cominciato a non mangiare» disse la bella figlia del primario di chirurgia, commentando senza sapere. Durante l’ora di educazione fisica indossava una maglietta dei Nirvana perché il bambino di Nevermind era “tanto carino!” «Ma poi la mamma ha iniziato a prepararmi tutti i miei piatti preferiti e allora non ho saputo resistere». Rideva, in un copia incolla di opinioni lette su Vogue: impossibile che ci fosse qualcosa di davvero personale (Spring is here again / Reproductive glands). Eravamo al liceo e si finiva immancabilmente a parlare di ragazzi. E mentre Rose e Iris raccontavano a bassa voce dettagli pieni di fango, io me ne stavo in un angolo con Megami.

A quell’epoca lei era “la mia persona”, la mia “anima gemella”, la mia “sorella cosmica”: nessun dubbio che sarebbe stato così per sempre.

Per cui, quando aveva cominciato a uscire con Demian avevo avuto sul serio paura di perderla. Pensavo che si sarebbe allontanata, che mi avrebbe lasciato da sola (la tipa sfigata nascosta nell’ombra), ma non è stato così, o almeno non così traumatico. Andavamo in giro in tre, passeggiavamo sui monti cantando canzoni stonate e fermandoci a fotografare le lumache che ciondolavano sugli steli ancora verdi, pronte a diventare dolci cuccioli da compagnia per ragazzini sbandati, o i corvi scuri sul marmo muschioso di angeli abbandonati sul retro di una chiesa. Cercavamo lucchetti dimenticati aperti, appesi a cancelli di legno fatiscenti e rubavamo frutti maturi dagli alberi, come se gli orti incolti di Messer Bastoncello fossero già senza padrone.

Non ricordo tensione tra noi e ora mi rendo conto che forse, se il mio percorso fosse stato meno rannuvolato, saremmo arrivati a un destino triangolare in stile Luminal (perché ancora adesso, pur avendo letto migliaia di libri sull’Amore e altri Demoni, credo che quello sia il vero romanticismo). Anzi, probabilmente avremmo smerigliato gli angoli più acuti per cercare il calore del quadrato, rassicurante come una stanza nella quale rifugiarci: io, Megami, Demian e Iris.

Ero felice.

Anche se capivo che c’erano spazi grigi e timidi fuochi fatui di cui Meg non mi parlava, per pudore o per delicatezza …

Ero felice?



Poi tutto è svanito, come un sogno interrotto bruscamente dalla sveglia.

Lui se n’era andato. «Meglio tenerlo lontano per un po’» I genitori s’interrogavano inquieti sulla quieta ribellione del figlio. Meg aveva iniziato l’università e si era trasferita in un appartamento bohémien con Iris e a loro amico regista, sempre chiuso in una stanza nera / rosa (dark / glam). Lentamente, senza accorgercene ci siamo diversificate, come due organismi in grado di crescere da soli dopo un lungo periodo di simbiosi. Ci sentivamo spesso, ma eravamo cambiate, ognuna con il suo modesto abisso quotidiano.

Di Iris non ho più saputo nulla ma conservo ancora una sua foto. È con il suo ragazzo di allora. Lui le solleva il mento e bacia la sua bocca alla ciliegia – in primo piano unghie laccate sulla pelle pallida. In quello scatto c’è la passione e il dominio, o qualcosa che dovrebbe somigliare all’Amore e poco importa se poi Demian è scappato per sempre e quasi definitivamente su un altro pianeta. Non quello marginale e disperato che gli adulti temevano tanto ma quello controllato e rassicurante della famiglia. Mi hanno riferito che sta bene e che si è addirittura sposato ma non ha rinnegato il passato, la musica e l’arte di restare in equilibrio sul filo del Destino.

http://www.youtube.com/watch?v=QKjSTugOAAA

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