domenica 17 marzo 2013

HOLMES' DRIED OUT FLOWERS Os eterônimos #1





L’Ego è solo uno degli spasmi momentanei del mondo – Clarice Lispector




«Non pensare di mettere tutto a posto uno stupido cavolino alla panna!» dice Cassy respingendo la mia offerta di pace.

Mi chiedo perché Brie Van De Camp, a colpi di muffins, riesce a farsi perdonare persino gli omicidi e io non posso cancellare nemmeno un banale scatto di nervi.

«E io che volevo essere carina e darti ragione! Sei proprio ….» No, un secondo … come ho fatto a non accorgermene (eppure è evidente)? Quella che ho di fronte non è più Cassy, è D – l’espressione amara della bocca, le rughe profonde, gli occhi quasi spenti.

Sono giorni che va avanti, implacabile come un panzer: «Vuoi togliere la tua roba dal soggiorno?», «Possibile che dobbiamo sempre ripetere le stesse scene?», « … Ancora con questa tua fobia dello sporco!»

Cassy si sta allontanando sempre di più, così triste e opaca che è quasi impossibile riconoscerla sotto i “golfini da casa” e le “copertine da divano”.

Ma io ho deciso di fingere stoicamente che sia tutto normale. Ignoro i continui rimproveri borbottati a mezza voce. Non voglio vederla zoppicare piegata dall’artrosi. L’unica cosa che conta adesso è cercare di riportarla indietro, anche solo per un attimo.

Per questo ho comprato il nuovo EP dei Placebo da darle il giorno di S. Valentino – Come se tra noi ci fosse ancora spazio per la felicità.

Mi ricordo che quando, anni fa, avevamo preso i biglietti per un loro concerto, c’eravamo messe a saltellare per la strada come bambine emozionate, con le stelline nello sguardo e il cuore a mille (waku-waku): un girotondo a due. «Vedremo Brian! ♥ Vedremo Brian! ♥»

E allora forse sarà un disco a riaccendere la scintilla … Perché non voglio credere che si sia estinta completamente, non posso pensare di averla uccisa senza appello. Deve esserci un modo per riavvolgere il tempo.

Magari se m’impegnassi anche Alissa si sveglierebbe dal suo sonno di ghiaccio? No, sarebbe pretendere troppo dal mio Destino distorto. La Paura è una bestia difficile da domare e il suo alito ha sigillato una pesante bara di cristallo. Non esistono i Principi Azzurri.



Con chi potrei parlare, ora che non frequento più Violante, la mia lussuosa confidente segreta? I suoi trucchi magici hanno funzionato per un po’, ma erano formule imparate a memoria sui grimori della scienza: nulla che potesse salvarmi da un ciclo di eterne ricadute. Circondata da un vuoto denso e notturno, provo a lanciare un amo: «Sai, dopo quella battuta di Tony – “Sei ingrassata o hai due cappotti?” – sono preoccupata e non so se riuscirò ad andare avanti senza farmi sconti» Le unghie rosse di Ondine si fermano sulla tastiera e lei si gira verso di me, dimenticando lo schermo sul quale scorrono i miei errori d’ignoranza segnati in giallo sulle bozze corrette. Trattengo il fiato e sbircio la pagina elettronica: ogni sottolineatura strappa un pezzettino d’autostima e la butta in fondo a un lago silenzioso.

«No! È assolutamente necessario che tu resista! Non pensi alla stanchezza, alla fatica di lavorare?»

Sincerità empatica dietro alle lenti di occhiali tartarugati old fashion.

Getto ancora un’occhiata alle righe del documento aperto e balbetto, già sprofondata nell’ansia «Scusami … Scusami per tutti quegli sbagli …» «Non c’è nessun problema» La sua voce è gentilezza distillata. Non sta recitando. Non ne ha bisogno: è talmente superiore che le mie debolezze non la sfiorano neppure. Sposta leggermente il cannello della pipa ottocentesca tra le labbra e sprigiona una nuvoletta di vapore aromatico – Fumare in ufficio è il suo modo tranquillo di ribellarsi alla tirannide del Boss.

Mi piace quell’odore di spezie, vaniglia e biscotto: fa parte di un’idea steampunk di Bellezza.

«Già, sì hai ragione» riconosco la rassegnazione nel mio tono smorzato.

«Io ho finito» dice la stagista “interscambiabile”.

Che stupida! Non c’è altro da fare che lasciar cadere il discorso – plof!

Guardo la tirocinante fresca di studi all’Accademia della Grafica Interstellare mentre chiude di scatto il suo portatile da 900 € e accendendo l’Android con un beep. Si alza, si sistema l’abitino di piallette da cocktail e controlla la sua immagine in uno specchietto. Con gesti automatici passa un velo di cipria rosa sulle guancie pallide e si ritocca il rossetto.

È una bambola super-efficiente arrivata da un altro pianeta per farmi scomparire? No, ormai ho quasi trent’anni e Alissa non tornerà, con i suoi boccoli biondi. Non ha senso incolpare l’ultima arrivata per il disastro.

http://youtu.be/81EhDQ6OnTk





1 commento:

  1. Gli errori non sono debolezze, sono l'essenza dell'esperienza umana...Scarlet, attorno a te è pieno di persone che combattono i loro personali demoni. Io sono tra loro, accanto a te.

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